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L'Amideria Chiozza a Perteole

LA STORIA

L'Amideria Chiozza sorse nel 1865 lungo la roggia denominata "La Fredda" sui resti di un vecchio mulino, nella località omonima sita in Perteole, inaugurando il ciclo chimico-industriale dell'estrazione dell'amido, dapprima dal frumento, poi dal mais e definitivamente dal 1872 dal riso.

La fabbrica nacque per volontà del chimico Luigi Chiozza che, avvalendosi delle sue profonde conoscenze scientifiche, rivoluzionò nella sua tenuta modello di Scodovacca le tecniche agricole per poi coniugare l'agricoltura e l'industria in un unico filone commerciale.

Luigi Chiozza si era formato a "L'école de chimie pratique" a Parigi avendo come compagno di studi l'illustre chimico Louis Pasteur al quale lo legò un rapporto che non era puramente amichevole, ma fatto pure di collaborazione e di scambi a livello scientifico. Tale amicizia era così radicata che, dal mese di novembre del 1869 a luglio del 1870, Pasteur si stabilì nelle vicinanze di Ruda recandosi quotidianamente nel laboratorio dell'amico per effettuare esperimenti e studi che lo portarono a debellare la piaga della Pebrina, malattia del baco da seta che stava rovinando l'economia in vari paesi europei.

Nel 1889 la direzione della fabbrica passò al figlio Giuseppe e poi, con capitali triestini, nel 1902, ad una nuova società "La nuova Pilatura Triestina": A questo periodo risale la grande ristrutturazione della fabbrica con l'introduzione di nuove caldaie e macchine per aumentarne la produzione. L'edificio mantenne intatto l'accesso anteriore orizzontale, sviluppandosi nella parte retrostante in maniera longitudinale che prevedeva a Nord i locali per la produzione ed a Sud i magazzini e le officine nelle quali si lavoravano tutti i pezzi di ricambio originali, indispensabili per garantire l'autosufficienza del ciclo produttivo. Infatti, la particolarità di questo stabilimento, unico nel suo genere, consisteva nel metodo di lavorazione, brevettato da L. Chiozza e nella piena sussistenza in vita di macchine e metodi di lavorazione concepiti, brevettati e rimasti in uso pressocchè immutati per più di un secolo.

I prodotti dell'amideria di Perteole avevano conquistato, oltre i mercati italiani, pure i mercati dell'Europa centrale e quelli di oltre Oceano, per l'eccezionale qualità del prodotto.

La fabbrica chiuse definitivamente i battenti nel 1986 diventando un raro esempio di archeologia industriale, sia per i metodi estrattivi utilizzati che per la sua collocazione in un'area tuttora deprivata dal punto di vista industriale.

 

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