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Ruda

Il nome del capoluogo, dell'antica Riuda, secondo studi storici recenti, è probabilmente di origine germanica, ma non si esclude che in periodo più arcaico il nome possa essere derivato dalla lingua germanica dei longobardi stessi. Nel libro "PERTEGULIS E RIUDA" Maurizio Puntin parla di tre ipotesi circa l'origine del nome, quest prospettata è la terza.
La situazione del territorio di Ruda di quei tempi giustifica il significato di "dissodamento, disboscamento" o di "prati paludosi" che dovrebbe corrispondere al termine Riuda.

La più antica carta che parla di Ruda risale al 1249: uno scritto del patriarca di Aquileia Bertoldo di Andechs, (alemanno che resse lo stato di Aquileia) dove si cita il paese di Riuda, situato in una zona deserta e inabitata e infestata da ladroni e assassini che derubavano e spogliavano coloro i quali dalla Germania e dai paesi nordici andavano in pellegrinaggio in Terrasanta (passando quindi per Aquileia).

 

 

"QUADRI FRIULANI" di Pier Paolo Pasolini

Ti ricordi di quella sera a Ruda?
Quel nostro darsi, insieme, a un gioco
di pura passione, misura della nostra cruda
gioventù, del nostro cuore ancora poco
più che puerile? Era una lotta
bruciante di se stessa, ma il suo fuoco
si spandeva oltre noi, la notte,
ricordi?, ne era tutta piena nel fresco
vuoto, nelle strade percorse da frotte
di braccianti vestiti a festa,
di ragazzi venuti in bicicletta
dai borghi vicini: e la mesta,
quotidiana, cristiana, piazzetta
ne fiottava come in una sagra.
Noi, non popolani, nella stretta
del popolo contadino, della magra
folla paesana, amati quanto
ci ardeva l'amare, feriti dall'agra
notte ch'era loro, del loro stanco
ritorno dai campi nell'odore
di fuoco delle cene... uno a fianco
all'altro gridavamo le parole
che, quasi incomprese, erano promessa
sicura, espresso, rivelato amore.
E poi le canzoni, i poveri bicchieri
di vino sui tavoli dentro la buia
osteria, le chiare facce dei festeggeri
intorno a noi, i loro certi occhi sui
nostri incerti, le scorate armoniche
e la bella bandiera nell'angolo più
in luce dell'umido stanzone.

Ora, lontano, diverso, nel vento quasi
non terrestre che smuovendo l'aria
impura, trae vita da una stasi
mortale delle cose, rivedo i casali,
i campi, la piazzetta di Ruda;
su, le bianche alpi, e giù, lungo i canali,
tra campi di granoturco e vigne, l'umida
luce del mare.


Da "Le Ceneri di Gramsci" - 1957

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